Abbiamo 200 alberi a testa: difendiamoli!

Le_punte_degli_alberi MILANO – Ogni giorno, circa 350 chilometri quadrati di foresta (pari a due volte la superficie di Milano) vengono distrutti in tutto il mondo. Le maggiori cause di questa perdita di aree forestali sono: la conversione in terreni agricoli, un taglio indiscriminato del legname, una gestione errata della terra e la creazione di insediamenti umani. Quello che sta finendo è stato proclamato dalle Nazioni Unite l’”Anno Internazionale delle Foreste” e serve a far riflettere sull”importanza di questi pilastri della terra che ci sostengono producendo ossigeno, contenendo le piogge, ospitando e nutrendo gli animali e fortificando gli argini dei fiumi.

Le piante verdi aiutano a mantenere stabile la concentrazione di anidride carbonica nell”atmosfera (attraverso la fotosintesi clorofilliana). L”utilizzo di combustibili fossili ed il diboscamento stanno causando un aumento di CO2 (il carbonio) nell”atmosfera, che ha diretta influenza in fenomeni come l”effetto serra ed il riscaldamento globale. Gli effetti negativi del diboscamento sono numerosi e comprendono:

1) l’effetto serra

2) desertificazione nei territori secchi

3) erosione, frane e smottamenti nei territori piovosi e collinari

4) inquinamento degli ecosistemi acquatici

5) sottrazione di risorse per le popolazioni indigene. Malgrado l”urbanizzazione feroce e l”abusivismo edilizio siano piaghe diffuse, l’Italia è ancora tappezzata da Nord a Sud di boschi splendidi e negli ultimi 50 anni la superficie forestale è addirittura raddoppiata. Un dato che da un lato è positivo, ma che dall”altro è sintomo dell”abbandono delle aree rurali da parte della popolazione e della riconquista da parte del bosco di quei territori che una volta erano coltivati o abitati.

Secondo il Corpo Forestale dello Stato, gli alberi sul territorio sono 12 miliardi, quasi 200 per ogni italiano, 1360 per ettaro, e tra le specie più diffuse il primato spetta al faggio, con oltre un miliardo di esemplari che ricoprono quasi tutti gli Appennini. Il più famoso è invece l”abete rosso, il tradizionale albero di Natale, diffusissimo sulle Alpi.

Ma quante sono le specie arboree presenti oggi in Italia? Dire 600-700 è forse una stima per difetto. Di questi, gli alberi davvero autoctoni, spontanei sono all”incirca 150, se poi consideriamo quelli più diffusi e rappresentativi dei nostri boschi, il numero si restringe ad una quarantina.

Le specie arboree componenti i boschi italiani si possono dividere in conifere e latifoglie, le prime sono prevalenti in climi freddi alpini ma formano estese foreste anche nei pressi del mare, le latifoglie predominano in tutte le altre località. Partendo dalle coste i primi boschi che si incontrano sono quelli di pini marittimi che prosperano lungo le coste sabbiose, dietro la fascia dunale. Questi boschi non sono in genere tagliati a causa dello scarso valore del legname ma vengono utilizzati per la raccolta dei pinoli e per fruizione turistica.

Più nell”entroterra, nell”Italia centromeridionale ed in Liguria, si incontra la tipica macchia mediterranea dominata dal leccio accompagnato dal corbezzolo, e la sughera. I querceti caducifogli che si trovano nella fascia sopramediterranea e prealpina sono composti prevalentemente da roverella, cerro, farna e Quercus petraea, accompagnati da ornello, acero minore, Ostrya carpinifolia e carpini. Questi boschi forniscono eccellente legna da ardere. In questa fascia, soprattutto su terreni a pH acido sono stati impiantati, fin dal periodo romano, estesi boschi di castagno, impiegato per il frutto e per la produzione di legname da costruzione.

A monte dei castagneti si estende il regno del faggio (orientativamente tra 600 e 1800 metri di altezza) che forma boschi molto spesso puri ma talvolta misti con abete bianco e, ma solo sulle Alpi, abete rosso e larice. Specie intercalari di questi boschi sono costituiti dall’agrifoglio, acero di monte, tasso e tigli. Sulle montagne delle Alpi a quote superiori si trovano boschi puri di conifere delle specie sopra menzionate accompagnate da varie specie di pino montano, pino mugo, pino nero e pino silvestre. Al di sopra delle estreme propaggini di queste formazioni sempreverdi (limite del bosco), oltre a qualche cespuglieto, si incontra solo vegetazione erbacea. Un patrimonio che dobbiamo difendere.

0 commenti su “Abbiamo 200 alberi a testa: difendiamoli!”

  1. I “miei” li proteggerei anche, il problema arriva quando i boscaioli tagliano anche i miei. Non posso recintarli, il pensiero umano é così primitivo e così possessivo che non vuole e non riesce a lasciare niente a nessuno. Ci siamo mai chiesto perché vogliamo “rubare” il Mondo ad altri? Il Mondo non é nostro, se proprio dobbiamo trovare un possessore si trovano le piante e gli animali. Noi siamo arrivati dopo ma c’è qualcuno che questo non lo capisce purtroppo. Quello che lo capiscono sono troppo pochi che non riuscirebbero mai a fermare gli altri.

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