“Hetty” per non dimenticare
“Spero che il mio libro aiuterà i più giovani a capire com’erano trattati i bambini dai nazisti e a riconoscere le conseguenze del pregiudizio e dell’odio.
L’odio è terribile, è un veleno che ti corrode. Esiste l’odio ma esiste anche l’amore. Io preferisco essere dalla parte dell’amore” – Hetty E. Verolme.
Hetty non è un personaggio di fantasia. Eccola qui nella foto di allora insieme ai suoi fratelli. Ha dodici anni nel 1943 quando viene strappata ai genitori e imprigionata con i fratelli nella casa dei bambini (la vedete nella foto sotto) del campo di Bergen-Belsen, lo stesso dove muore Anna Frank. Come Anna Frank, Hetty ha vissuto ad Amsterdam prima di essere presa prigioniera, ma il destino le dà un compito diverso. È lei a fare da mamma ai bambini del campo, è lei a moltiplicare i momenti di dolcezza, è lei a ripetere ai piccoli prigionieri che – anche nell’orrore – la vita è bella.
IL LIBRO – Con uno stile diretto e potente, HETTY racconta con semplicità e immediatezza l’orrore al quale lei, così piccola, assiste ogni giorno della sua vita ma insieme narra la capacità di resistere restando, nonostante tutto, incredibilmente un personaggio positivo. Hetty con i suoi occhi di dodicenne vede il brutto intorno a sé ma non si ferma a quello, va oltre e non perde mai di vista il bello che ha dentro il suo cuore. Alla fine i bambini di Belsen presenti nel libro, anche se non tutti, sopravvissero.
L’AUTRICE: Hetty Verolme è nata in Belgio nel 1930. Sopravvissuta alla guerra e al campo di concentramento di Bergen-Belsen, nel 1954 emigra in Australia. Cameriera e autista di autobus, venditrice porta a porta, agente immobiliare, Hetty ha infine fatto carriera creando centri commerciali. Oggi è una nonna che racconta ai tanti bambini che incontra in giro per il mondo la sua storia.
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