Nell’Oceano pirati all’attacco, con radar e motoscafi

i nuovi pirati

Non assomigliano ai Pirati dei Caraibi eppure i briganti dei mari esistono ancora. L’ultimo attacco dei pirati dei nostri giorni è stato nell’Oceano Indiano dove un’intera famiglia della Danimarca è stata sequestrata per ottenere in cambio un riscatto.
Per la prima volta sono stati rapiti anche dei bambini. A bordo della barca a vela c’erano sette persone: i due genitori con i loro tre figli (dai 12 ai 16 anni) più due marinai. Erano tutti esperti velisti e stavano facendo un giro del mondo durato due anni che doveva concludersi a giugno prossimo.

Radar e computer al posto dei cannoni 

Dopo tre secoli i pirati sono tornati anche se non impugnano più la sciabola ma moderni mitragliatori e usano radar al posto della bussola. Eppure come ai tempi di Edward Teach meglio noto come il terribile Barbanera, sferrano attacchi  a imbarcazioni di qualunque genere dalle barche a vela alle petroliere, in particolare a quelle che navigano al largo della Somalia, della Tanzania, Nigeria e Perù.

Piccole barche

I nuovi pirati non veleggiano più su grandi velieri come quello di capitan Uncino ma usano barche piccole e veloci: per questo non sono generalmente rilevabili dai satelliti e sfuggono anche ai radar. Ogni anno sono circa 300 gli attacchi dei filibustieri dei nostri giorni. Sono contadini, pastori e mercenari che hanno imparato a navigare più che altro per necessità. Taluni svolgono questa attività come una sorta di lavoro stagionale, e tornano alle loro famiglie nei mesi in cui i venti caldi stagionali tipici dell’Oceano indiano – i monsoni – rendono la navigazione difficoltosa.

Cosa si fa per combatterli

La Marina militare italiana partecipa con i suoi mezzi alle missioni internazionali che tengono sotto controllo le zone “più calde” dell’oceano indiano. In queste foto la fregata Scirocco ha liberato dai pirati il dhow iraniano Saad che i filibustieri usavano come “nave madre” per andare a caccia di mercantili da abbordare.
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Il Dhow è una tipica imbarcazione che può essere utilizzata per svariate attività commerciali e per la pesca. Lunghe tra i 25-35 metri e costruite in legno, vengono assalite dai pirati che le utilizzano come “unità madre”, caricandovi le loro barchette più piccole (con le quali fano poi i blitz). L’equipaggio dei dhow viene sempre tenuto in ostaggio dai pirati, che nella maggior parte dei casi non saprebbero come governare tale tipo di imbarcazione.

Gli ultimi attacchi

Nelle mani dei pirati c’è anche una nave italiana, la  petroliera italiana Savina Caylyn della società armatrice Fratelli D’Amato di Napoli con 22 marinai a bordo 5 italiani e 17 indiani attaccata e catturata l’8 febbraio scorso mentre navigava nell’oceano Indiano: appena cinque pirati contro 22 marinai. Un piccolo barchino contro una gigantesca petroliera lunga 266 metri larga 46 metri pesante 105 mila tonnellate, come mille balene tanto per capirsi.


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